Il 25 novembre è stata pubblicata la sentenza della Cassazione n.26842 sul caso di un ventenne militare di Gallipoli, deceduto nel settembre del 2001 a causa di una leucemia mieloide acuta insorta in un brevissimo lasso di tempo da nove somministrazioni vaccinali con alte dosi di mercurio e alluminio.
La Cassazione conferma in via definitiva la pronuncia della Corte di Appello di Lecce sull’individuazione della causa vaccinale in relazione al decesso del giovane e rigetta le contestazioni sul punto del Ministero della Salute.
Viene invece accolto un ulteriore motivo in base al quale il Ministero della Salute, nonostante l’accertato decesso a causa delle vaccinazioni, nega la corresponsione dell’indennizzo ai genitori del militare.
La legge n.210/92 che riconosce un indennizzo in caso di danni da vaccinazione prevede, all’articolo 2 comma 3, in caso di decesso determinato dalle vaccinazioni o da gravi patologie di origine vaccinale un assegno da erogare ai soggetti a carico, nel seguente ordine: coniuge, figli minori, figli maggiorenni inabili al lavoro, genitori, fratelli minori, fratelli maggiorenni inabili al lavoro.
Nel caso specifico, secondo il Ministero della Salute, non è stata dimostrato, malgrado la convivenza con il giovane, il requisito della “vivenza a carico” da parte dei genitori, necessario per ottenere l’indennizzo.
La Corte di Cassazione ha accolto questa istanza del ricorso ministeriale e ha rinviato, esclusivamente per questo motivo, alla Corte di Appello di Lecce.
Di seguito sentenza integrale Cassazione Sez. L Sentenza n.26842 del 25.11.2020
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